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Psicopatologia del politico V

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Cammeo conclusivo: donna politica vs. femmina comune

Tali individui, esaminati sin ora, mostrano anche gravi mancanze dell’identità e della costanza comportamentale, e quindi – specie le donne, al contrario di quanto si possa pensare – attivano manovre difensive in prevalenza rozze (quali l’arroganza) verso le loro stesse cosessuali. Esse manovre non hanno forma di ideale, di negazione dell’operato, di reazioni costruttive. Denotano, invece, gravi forme di isterismo. In soggetti politici femminili appunto prevale una visione ‘di classe’ nell’àmbito del proprio sesso. Facciamo un esempio lampante. Un certo tipo di donna politica se inizialmente è invitata ad una manifestazione pubblica o d’altro tenore da una ‘femmina di Serie B’ (manager, studentessa, giornalista, casalinga, intrattenitrice televisiva, o quant’altra non appartenga ad una ‘classe’ femminile superiore a quella della donna politica stessa), innanzitutto mostra entusiasmo, in cui però si cela compiacimento e acquiescenza ex cathedra, e poi ella avvia – o perlomeno cerca – la ‘ritualizzazione’.

Con tal termine si vuol definire l’atto di vassallaggio con cui la ‘femmina di Serie B’ (uso termini calcistici a noi italiani tanto cari) deve rendere omaggio alla ‘donna di Serie A’ conducendo fisicamente il proprio corpo presso la dimora di quest’ultima, onde incensarla, lodarla, santificarla e, perciò, farle svanire le insicurezze da ruolo della ‘A’ medesima. In caso la ‘B’ escluda o – peggio! – rifiuti la ‘ritualizzazione’, il carattere della ‘A’ volge a silenzio. L’avvilito silenzio assunto dalla ‘A’, con la significanza di indignazione per mancato rispetto di ‘classe’, in realtà è una patetica dimostrazione di depressione isterica. Illustro con maggior dovizia.

Essa depressione è dovuta al motivo che mentre migliaia di ‘nullità’ maschili e femminili, hanno reso ‘A’ la donna politica attraverso il voto, un atto ‘rivoluzionario’ di volontà di potenza da parte di una ‘B’, appunto del proprio stesso sesso (tengo a ribadirlo), retrocede serie ‘A’ direttamente in ‘C’ . Il silenzio prende i sembianti di un cripto-‘suicidio’ cerimoniale (il bisogno di solennità della ‘A’) per l’annichilimento della gerarchia sociale da lei stessa rappresentata.

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Il silenzio-‘suicidio’ quale stratagemma inteso ad ottenere un sollievo valido da uno stato insopportabile di tensione mentale, causato dalla mancata deferenza della ‘B’. In tal circostanza è il sintomo di una psicosi traumatica che vuol dire una regressione ai livelli più profondi della mente. Del resto è abbastanza conosciuto che il suicidio più che una scelta etica è un prodromo di depressione.

Dizionario essenziale

Fonti del Dizionario essenziale: dominio e AA.VV.

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Giovanni Armillotta

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