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Serbia-Albania, a picco il buonismo Uefa

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Siamo un Paese in cui prima di parlare, bisogna fare delle premesse, sennò si è accusati di essere tifoso di X o sostenitore di Y. Ebbene a me piacciono il calcio e la gente albanesi e, al contempo, quando ci fu la finale di Coppa dei Campioni a Bari il 29 maggio 1991 nello stadio dello “slavo” ortodosso San Nicola (che non è l’inventore della Coca Cola), ero fra gli italiani che facevano sfegatatamente il tifo per la gloriosa Stella Rossa di Belgrado contro gli, invece, per nulla simpatici francesi dell’Olympique Marsiglia (gli amici milanisti ne sanno qualcosa). I popoli albanese e serbo, hanno da tempo immemore ottimi rapporti con gli italiani, e rappresentano due etnie fiere e indomite. Invidio il nazionalismo di due Paesi che non sono colonie. Se poi vicendevolmente soffrono di attriti reciproci, non è questo l’argomento del presente articolo. Se la Jugoslavia è stata scaricata e distrutta dagli Stati Uniti dopo la caduta del Muro – perché non serviva più agli scopi geopolitici della Casa Bianca che, a quel punto, favorì i cossovari (ritenuti “slavi” dal Dipartimento di Stato sin dal 1948) – ne ho parlato in altre sedi. Per cui, qui, non ci ritorno. Andiamo ai fatti. Nel 2002 sulla rivista italiana di geopolitica “Limes” riportai alcune affermazioni che non sono mai state smentite:

La Federcalcio sovietica era autorevole al punto da evitare perfino il ‘Protocollo albanese’ in àmbito UEFA. Per i noti motivi Albania ed URSS dal 1961 al 1990 non ebbero relazioni nemmeno sportive, ed ogniqualvolta compagini di Tirana e Mosca s’incontravano, gli Albanesi si ritiravano sdegnosamente, pagando multe salatissime. La FIFA di Havelange recepì la sconveniente situazione venutasi a creare, e col ‘Protocollo albanese’ fece sempre in modo che le due nazionali non fossero mai sorteggiate nelle qualificazioni per i campionati mondiali. Questo comporto un’evidente simpatia della Federata Shqiptare e Futbollit [Federazione Albanese di Calcio] nei confronti del Presidente. L’8 giugno 1990 il più importante giornale sportivo albanese1 riportò in prima pagina la quarta rielezione di Havelange ai vertici della FIFA, ventisette giorni dopo che il segretario generale dell’ONU, Javier Pérez de Cuéllar, tornava a New York dopo una visita ufficiale a Tirana2.

Ivan 'il Terribile' Bogdanov, già protagonista a Genova nel 2010, ha invaso il campo durante Serbia-Albania. Era stato scarcerato lo scorso aprile – www.tgcom24.mediaset.it
Ivan ‘il Terribile’ Bogdanov, già protagonista a Genova nel 2010, ha invaso il campo durante Serbia-Albania. Era stato scarcerato lo scorso aprile

I soloni dell’Uefa dovevano evitare che Albania e Serbia finissero nello stesso girone eliminatorio: sappiano bene come funzionano i ‘sorteggi’ (infra). Però a causa di quel loro stucchevole nonché disgustoso “volemose bbene” da prima fascia serale (basti vedere i siparietti a ogni principio partita, specie delle due coppe europee) hanno inserito Tirana e Belgrado nello stesso mazzo, per dimostrare come albanesi e serbi si amino; come lo sport sia superiore a ogni forma di faida; e infinite altre sciocchezze simili ai telefilm alla Chuck Norris, con epilogo il tipico sorriso idiota. I due Paesi non sono mai stati in conflitto diretto (come Armenia ed Azerbaigian, giusto per fare un esempio) ma è anche vero che Spagna e Gibilterra non possono essere estratte nello stesso girone pur non essendovi una situazione d’armi. E allora perché Albania e Serbia sì, col sistema dei due pesi e due misure? Perché l’Uefa rinfocola odii che si stavano sopendo? Forse daranno partita persa per 0-3 a entrambe? Ovvio! E finalmente il sempre mediocre Portogallo (occhio: l’Albania ha vinto a Lisbona il 7 settembre!), e la da 22 anni grigia Danimarca, avranno il biglietto gratis per Parigi. Tutto questo sulle disgrazie delle due Nazionali balcaniche, autoeliminatesi per un premeditato combattimento di galli, organizzato in alto.

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Sugli spalti tifosi serbi bruciano bandiere albanesi - www.gazzetta.it
Sugli spalti tifosi serbi bruciano bandiere albanesi 

È stato anche ridicolo e provocatorio il divieto (seguito a raccomandazione dell’Uefa)3 ai tifosi rispettivi di recarsi a vedere la partita l’andata a Belgrado ed il ritorno ad Elbasan. Ci sono tanti albanesi con passaporto serbo che vivono dentro i confini della Serbia (che erano già a Belgrado con tutto l’armamentario a seguito, bandiere comprese), così come numerosi cittadini italiani, tedeschi, greci, svizzeri, turchi, egiziani, ecc. di origine albanese in viaggio per Belgrado. Che avrebbero dovuto fare le autorità serbe di fronte a tale ricatto? Impedire la circolazione a cittadini propri, dell’UE, poi svizzeri, turchi, egiziani, ecc., all’interno dei confini della Serbia? Mettere assieme albanesi e serbi nello stesso gruppo è stata una trappola ai loro danni. Diplomaticamente i serbi in questo momento sono messi peggio degli albanesi. Da un punto di vista tecnico, se avessero vinto avrebbero rispettato il fattore campo; se avessero perso o pareggiato (la partita è stata sospesa al 42’ sullo 0-0) sarebbe finita al pari dell’Italia contro l’Uruguay il 24 giugno scorso. Sotto il profilo disciplinare, se accadeva qualche guaio (com’è capitato), da recidivi4 ora si beccheranno sanzioni a favore di interessi scandinavi e lusitani.

L’Uefa non è in grado di organizzare competizioni per Nazionali, al massimo coppette e coppe del nonno per cristianironaldi vari. Che ci pensi direttamente la Fifa: la più seria e autorevole organizzazione internazionale del pianeta Terra.

Note:
1 “Sporti popullor” (dal 1995 “Sporti Shqiptar”; diretto dal 1982 al 1999 da Besnik Dizdari, attuale decano della giuria internazionale europea del Pallone d’Oro di “France Football”) era uno degli otto organi ufficiali di stampa dello Stato albanese. Il 4 luglio 1985 iniziò ad uscire due volte alla settimana su espressa decisione del Comitato Centrale del Partito del Lavoro d’Albania con alla testa Ramiz Alia, al potere fino al 9 aprile 1992. Tre anni dopo, il 29 marzo 1995, il successore di Alia, Sali Berisha e lo spagnolo Juan Antonio Samaranch, presidente del Comitato Internazionale Olimpico ed altro padrone dello sport mondiale, si guardavano a Tirana la partita Albania-Moldavia 3-0, valida per le eliminatorie degli Europei 1996.
2 Giovanni Armillotta, Prolegomeni a una geopolitica dei mondiali, in “Limes”, L’Arabia americana, N. 4/2002, pp. 265-270; la citazione è a p. 266-267.
3 Cfr. riferimenti sia sulla stampa albanese sia su quella serba.
4 Cfr. Italia-Serbia per le eliminatorie agli Europei 2012 sospesa a Genova il 12 ottobre 2010, e data vinta all’Italia per 3-0. Partita iniziata dopo 37 minuti di ritardo e interrotta al 6’ sullo 0-0 per le intemperanze dei tifosi ospiti.
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Giovanni Armillotta

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3 commenti su “Serbia-Albania, a picco il buonismo Uefa

  1. Se posso aggiungo all’articolo di Armillotta alcune riflessioni.
    1) L’accattone buonista (Uefa) che unisce due rivali storici, lo fa solo per raccogliere la percentuale-introiti della pubblicità che passa sul fatto-notizia-violenza: non gliene importa nulla di sopire gli odi. Anzi, ben vengano: aumentano l’audience!
    2) In merito alla dichiarazione di un funzionario Uefa il quale sosterrebbe che le “incompatibilità” devono essere richieste dalle singole federazioni: così né la Serbia né l’Albania avrebbero richiesto di non incontrarsi, mentre Ucraina e Russia, Spagna e Gibilterra, Armenia e Azerbaigian sì; faccio presente che Tirana non chiese il famoso protocollo albanese – di cui si parla nell’articolo – bensì fu la Fifa, responsabilmente, a non far giocare l’Albania contro l’URSS.
    3) Platini & Co. avevano altro da pensare, ma no di certo ai poveracci Serbia e Albania, ma tipo come far vincere la Francia ai prossimi Europei… a Parigi ne vedremo delle belle: i recenti favoritismi al Brasile agli scorsi mondiali, a paragone, saranno barzellette per sordi.

  2. Certamente è stato uno scandalo l’inserimento nello stesso girone eliminatorio delle squadre di questi due fieri Paesi, conoscendo l’antefatto storico-politico. Ma come si fa? Del resto, come ben sottolinei tu nel tuo scritto sempre preciso e con riferimenti storici e regolamentari impeccabili, l’UEFA ed il suo Magno Condottiero (leggi monsieur Platini) sono di un’insipienza e di una inadeguatezza organizzativa che va ben oltre le normali capacità umane (del resto come non attribuire a Platini – tre palloni d’oro tre vinti in carriera prestipedatoria – doti superiori al normale?). In ogni modo l’UEFA ha l’occhio lungo e forse aveva intuito qualche possibile exploit della compagine skipetara (tipo la vittoria in casa del Portogallo cristianoronaldodotato) per cui magari si è lasciata aperta una uscita di sicurezza. Mah! Tu mi insegni che storicamente si è perpetrato tutto ed il contrario di tutto per compiacere sponsor e maggiorenti.
    Comunque complimenti, è sempre un piacere leggerti
    Lucio Guerriero

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