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Storie di fotografia documentaria: Reperta.org

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La fotografia quale strumento di analisi e indagine: il progetto internazionale del sito Reperta.org nasce da un’idea italiana che è stata sviluppata, assieme all’architetto e fotografo Alberto Alfredo Landi, fra Torino e Buenos Aires. “Dare un senso alle foto” introducendole in un contesto di documentazione è l’obiettivo del portale che espone varie gallerie tematiche, accompagnate dalla relativa storia scritta. Un invito a prendere in considerazione la realtà da diversi punti di vista: vita urbana, architettura, società, cultura, estetica e soggetti culinari sono tematiche affrontate con vere e proprie mostre digitali fotografiche. Ne sono un esempio le architetture degli anni Venti a Mosca: con il soggetto dell’edificio Narcomfin, progettato nel 1928, si illustra la sperimentazione socialista di cui è testimonianza l’intera struttura, organizzata in spazi collettivi per i funzionari del Commissariato delle Finanze (Narodnyo Kommissariat Finansov). A seguire, è esposta una documentazione fotografica della città di Varsavia del 1981: rovine di edifici distrutti dai soldati tedeschi, passeggeri in attesa alle fermate del tram, giovani guardie d’onore in via Zakroczymska – presso il memoriale dell’Insurrezione di Varsiavia –, scorci dei quartieri residenziali ed angoli di città in cui si svolgono attività quotidiane, e così via. Materiale storico frutto di ricerca e osservazione, ovvero: reperto.

“Distingue il reperto da qualsiasi altro oggetto trovato o ritrovato l’essere frutto di una ricerca specifica. Il monile, chiodo, moneta o fibbia estratto dal terreno dal gitante col metal detector nel cestino della scampagnata non è reperto. La statuetta, spada, mosaico o coppa venduta sul mercato antiquario ed esposta in salotto o in giardino non è reperto. Il reperto assume il suo valore a seconda del contesto in cui viene rinvenuto, dell’associazione con altri reperti o dati, e il suo significato viene influenzato dall’intenzione e dal metodo di chi lo trova, dalle domande che fa a se stesso chi lo interroga”.

Il cimitero monumentale La Chacarita, a Buenos Aires, speculare alla città esterna ed alle gerarchie sociali, racconta attraverso l’urbanistica i destini individuali e famigliari di importanti personalità argentine: l’ampia strada principale colpisce in particolar modo, immortalata nel vuoto e nel silenzio letteralmente tombale. Passando ad argomenti molto più terreni, possiamo esplorare “Il cibo vero di New York: Katz’s Delicatessen e Nathan’s Famous”, l’esposizione dedicata al cibo popolare della metropoli statunitense. I locali di riferimento, con una presenza centenaria, si sono trasformati in icone cittadine. Punti di ritrovo per tutti – fuorché i vegetariani – i newyorkesi ghiotti di insaccati frankfurter, pastrami servito da Katz’s e salumeria a profusione. Una mostra del panorama urbano completa l’itinerario nella Grande mela: la High Line costruita a Manhattan, area sopraelevata racchiusa nel cristallo, adornata da piante e panchine da cui volgere lo sguardo nei meandri della città.

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Flora Liliana Menicocci

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