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La Notte del Giudizio, Election Year: quando il crimine regna sovrano

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Hanno storto il naso i benpensanti d’Oltreoceano, dichiarandosi disgustati dalle scene di violenza scatenata dai propri concittadini in una Washingston cinematografica e lievemente futuristica dipinta dal regista James DeMonaco. La serie di film giunta nel 2016 al terzo capitolo con The Purge: Election Year (nella traduzione italiana, La notte del giudizio, Election Year) ha sollevato non poche polemiche per l’efferatezza dimostrata da rispettabili – all’apparenza – famiglie benestanti statunitensi che, durante l’annuale ‘purificazione’ o Sfogo, com’è stato traslato il termine nella nostra lingua, si sono abbandonati alle più barbare empietà verso i poveri, in senso letterale, malcapitati. Vittime sacrificali prescelte fra i ceti meno abbienti per ‘purificare’ la propria anima dall’odio, dalla rabbia e dalla ripugnanza per gli umili, gli indigenti, i senzatetto. Rei di una terribile colpa contro i milionari: essere una voce di bilancio passiva per la previdenza sociale. Istituita da decenni negli Stati Uniti d’America dell’anno 2040, la notte della purificazione si svolge fra le 19 del 21 marzo e le 7 del mattino successivo, lasso temporale in cui ogni crimine diventa legale, incluso l’omicidio. Una trovata dei ‘Nuovi padri fondatori d’America’, l’organizzazione che ha instaurato un regime totalitario basato sull’occasionale depenalizzazione dei reati, proponendosi come chiave di volta nella più rovinosa crisi economica in cui precipitarono gli USA, nel 2010 di un parallelo universo. Lobbisti privi di scrupoli per difendere gli interessi delle grandi aziende, vantano di aver risolto il grave problema della delinquenza alimentando l’industria del crimine nella più sanguinosa notte dell’anno. Osannati e benedetti come divinità da eleganti signori e signore, barricati nella sfarzose abitazioni munite di tecnologici sistemi di sicurezza domestica, al cui interno possono, in tutta tranquillità, avventarsi come maniaci seviziatori su straccioni e spiantati catturati per le strade – o acquistati come tacchini per celebrare il Ringraziamento. Ovviamente, non soltanto i più agiati statunitensi possono permettersi il lusso di fare strage: anzi, sono tutti istigati dal governo a partecipare all’evento pseudo-catartico, anche se ‘purtroppo’ la stragrande maggioranza delle persone preferisce rinchiudersi in casa: ma si è realmente al sicuro con la propria famiglia? Inoltre, un macabro fenomeno internazionale di turismo dell’omicidio si è diffuso oltre l’Oceano Atlantico, attirando sul suolo a stelle e strisce migliaia di belve assetate di sangue. Nel futuro distopico di DeMonaco, gli USA importano assassini legalizzati anziché esportare il proprio concetto di democrazia: potreste far scorrere fiumi d’inchiostro per spiegare le differenze.

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La notte del giudizio: Election Year è certamente il miglior film della serie The Purge, infrangendo il noto cliché del sequel sempre meno coinvolgente degli episodi anteriori – in tal caso, The Purge del 2013 e The Purge: Anarchy, risalente al 2014. Fra gli interpreti, Elizabeth Mitchell nel ruolo della senatrice Charlie Roan – che gli appassionati della serie televisiva rompicapo Lost ricorderanno come Juliet Burke – e Frank Grillo alias Leo Barnes, guardia del corpo della candidata alla presidenza USA determinata ad abolire lo Sfogo annuale. L’attore Mykelty Williamson (Bubba in Forrest Gump) è Joe Dixon, un cittadino costretto a proteggere da sé il proprio negozio, avendo perso la copertura assicurativa. Quali misfatti saranno disposti a compiere i Nuovi padri fondatori d’America per tutelare la propria agenda economica?

Flora Liliana Menicocci

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Un commento su “La Notte del Giudizio, Election Year: quando il crimine regna sovrano

  1. Questi sono i veri Stati Uniti d’America, altro che il tacchino al miele di Vita da strega.

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