Psicopatologia del politico I

Generazione X vs. politico psicopatico post-murale
La tanto bistrattata Generazione X – offesa da scrittori di paese, mancati vincitori di concorso letterario e retrevier ex ministeriali – sta nettando l’orrido consolidatosi negli anni del post-Berlino ’89. Nel corso delle recenti elezioni la GX ha portato alla Camera dei Deputati (l’organo istituzionale maggiormente rappresentativo del Paese, in quanto si vota dai 18 in su) 403 rappresentanti, pari a ben il 63,27% dell’intera assise. Nel 2008 i GX furono 235 (34,46%)1, lontanissimi da un’allora fantascientifica maggioranza assoluta. Qualcuno, semplicisticamente, potrebbe asserire che si tratti di fisiologico ricambio generazionale, ma le cose non stanno affatto così e basta leggere i numeri. La GX ha incrementato se stessa del 71,49% dal 2008. Sì, non ci sono le preferenze, quest’è vero, ma è stato il disgusto dell’opinione pubblica – oltreché le nuove forze costituitesi sulla diretta volontà popolare – nel convincere le segreterie a pulire innanzitutto psichiatricamente le proprie liste, e condurre alla direzione dell’Italia, persone-GX che potessero dare una scossa innovativa. I nomi di Enrico Letta, Angelino Alfano e Matteo Renzi sono sin troppo noti, ma spesso non si vuol far scorgere appartengano tutt’e tre alla GX.
I suddetti e i GX in Parlamento, nei Consigli Regionali, in quelli Comunali e le/i cittadine/i che lavorano e faticano nel nostro Paese non sono ‘nativi digitali’, come se qualcuno avesse programmato una prosàpia ‘puramente’ computeroide. Non sono gli X-ibridi dunque da scartare, ripudiare e scavalcare pure nel testamento dei cosiddetti baby boomer, come pare sostengano coloro che hanno avuto tutto senza fare niente, e adesso – appartenendo alla stessa generazione – fanno stalking ai loro fratelli, con la disperazione di chi vede il ristorante a sbafo chiuso per sempre.
Il grande balzo in avanti della GX alla Camera dei Deputati
Ho letto con grande interesse il dotto articolo del Prof. Andrej Ždanov apparso sul presente sito2, e pur apprezzandolo e condividendo in linea teorica alcuni spunti, non mi sento di essere d’accordo con l’esclusione della psichiatria come metodo d’analisi e cura. In specie per il fenomeno della psicopatia il quale è alle origini del comportamento amorale, corrotto e arrogante di coloro i quali hanno infangato con la loro ‘politica’ il tessuto della società civile italiana nei recenti vent’anni e passa. Per cui, avvalendomi di miei contributi già apparsi altrove, tenterò una reinterpretazione di tale fenomeno oltraggioso.
UN CASO DISPERATO