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Quando gli italiani erano ricchi, ottimisti e festaioli: prima del crollo del muro di Berlino

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Abbiamo rispolverato dei sondaggi che illustrano la situazione del Belpaese meno di trent’anni fa: sorprendente quanto l’Italia sia stata trasformata in un tempo così breve. I nati negli anni Ottanta difficilmente possono ricordare com’era il tenore di vita dei connazionali quando Michail Gorbačëv era l’ultimo segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, eletto “uomo dell’anno” dal settimanale Time nonché il politico più ammirato1 dagli italiani, assieme all’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini e papa Giovanni Paolo II. Al contempo, Ronald Reagan, il 40° presidente Usa, era temuto quasi al pari del presidente dell’OLP ,Yāsser ʿArafāt, preceduti entrambi – in quanto a preoccupazione suscitata – dalla guida suprema dell’Iran, Ruḥollāh Khomeynī e dalla massima autorità in Libia, Muʿammar Gheddafi. Gli anni Ottanta volgevano ormai alla fine e gli abitanti della penisola si apprestavano a festeggiare la notte di San Silvestro del 1989, in un’atmosfera di euforia e benessere generale. L’Italia aveva raggiunto l’invidiabile posizione di quarto Paese più industrializzato del mondo. Reddito familiare e nazionale crescevano – rispettivamente del 5,9% e del 3,1% – rispecchiando l’andamento positivo degli altri undici Stati europei2 membri dell’ex Comunità economica europea (CEE), ed anche in altri 23 Paesi occidentali presi in considerazione dal consueto sondaggio della Doxa si registrava una notevole impennata dei consumi. Gli italiani fra tutti, rincuorati dalla fine della recessione statunitense, erano il popolo più fiducioso nel futuro successo dell’economia nazionale. In modo particolare, ottimisti lo erano i giovani tra i 25 e i 34 anni: cronache dell’epoca commentavano affermando che, in quella fascia di età, fosse scontato aspettarsi il meglio dalla vita. Stessa cosa non potrebbe dirsi oggi, vista l’allarmante disoccupazione giovanile salita a quota 39,1% e l’aspettativa di vita che, secondo il rapporto Osservasalute nel 2016, è in calo per la prima volta nella storia d’Italia.

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Torniamo agli antichi fasti del 1988. Sul fronte internazionale il 32% del campione esaminato dalla storica azienda italiana di ricerche di mercato Doxa, sperava nella pace: il Belpaese era incoraggiato dall’era del gorbaciovismo e dalle strette di mano fra le due superpotenze mondiali. Segnali positivi a livello globale giungevano dal fallimento del golpe in Argentina, dalla fine della dittatura in Cile e Pakistan, dal ritiro delle truppe cubane dall’Angola e delle milizie sovietiche dall’Afghanistan, oltre gli accordi raggiunti nel conflitto fra Iran e Iraq. Nessuno poteva prevedere ciò che sarebbe accaduto in seguito al crollo del muro di Berlino nel 1989: l’attacco dell’esercito iracheno in Kuwait nel 1990 e l’inizio della guerra del Golfo, il 17 gennaio del ’91. Perfino lo spettro nucleare sembrava non preoccupare la popolazione, nonostante fossero trascorsi solo due anni dal disastro di Černobyl’, il più grave incidente della storia delle centrali nucleari – che tuttora fa discutere.

Italiani negli anni Ottanta inebriati di benessere, tanto da non accorgersi della realtà che li circondava? Sciopero dei trasporti, inquinamento, malasanità, Aids, disoccupazione e nuovi poveri, servizi pubblici inefficienti erano problematiche già protagoniste della cronaca. Eppure gli europei si sentivano al sicuro, con le proprie paure di un conflitto su scala internazionale dissolte – illusoriamente – nelle immagini di sorrisi e distensione fra Reagan e Gorbačëv. Per festeggiare all’estero Natale e Capodanno le destinazioni preferite dagli italiani furono l’Egitto, la Tunisia, il Marocco. Aumentarono le prenotazioni per i Caraibi, i viaggi verso l’Oriente e gli Stati Uniti – meta, quest’ultima, notevolmente vantaggiosa per l’andamento in flessione del dollaro che, nel 1988, valeva poco meno di mille lire: durante le vacanze, la spesa complessiva nel Belpaese fu stimata in mille miliardi delle vecchie lire.

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Note:
1 Sondaggio dell’agenzia demoscopica SWG pubblicato dal settimanale «Epoca» nel maggio 1988.
2 Nel 1989 erano Paesi membri della CEE, oltre all’Italia: Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito, Danimarca, Irlanda, Grecia, Portogallo e Spagna.
Flora Liliana Menicocci

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