Tra il serio e il faceto, ma quanti anni hai?

Sia che i dodici mesi si compongano di 365 o 366 albe, lo festeggiamo sempre nel giorno in cui siamo nati, pur se sappiamo che quello in realtà è il primo dei successivi anzidetti 365/366. Ci spiace per le persone venute alla luce il 29 febbraio: dovranno sempre star senza genetliaco per tre anni di fila. Ironico scherzo del destino, ma non rarissimo in quanto la probabilità di 1/366 è altissima nel calcolo stocastico quotidiano. Pensate al Superenalotto, o alle probabilità infinitesimali di incidente che corriamo quando siamo in viaggio (a decrescere) in aereo, treno, autostrada, oppure a che due satelliti-spazzatura si scontrino nello spazio, e così via. In realtà, però, l’anno che celebriamo non è esattamente uguale al precedente, anzi non è mai lo stesso dei 365/366 anteriori. E non parlo di numero di tramonti, mezzigiorni, mezzenotti ed effemeridi varie.
Tempo fa stavo consultando un testo quando, ad un certo punto ho scorto un pezzo di calendario a mo’ di segnalibro, senz’anno e mese. Tale foglietto va dal 5 (mercoledì) al 16 (domenica). Ho calcolato ottobre, poiché – prendendo un dì a caso – sulla sinistra di 10 L[unedì] s. Daniele martire, è scritto 283-82 quindi in più almeno sapevo di non trattarsi di un bisestile. Vabbe’, potevo anche cercare il Santo in rete – e poi chi mi diceva se avessero cambiato il martirologio e quando? – e quindi ho preferito usare la calcolatrice: dal 278° al 289° dell’anno trattasi del decimo mese dell’anno.
Con l’ausilio del Cappelli1, grazie alle tabelle della Pasqua – dalle possibili prima (22 marzo) all’ultima (25 aprile) – ho rintracciato i lunedì 10 ottobre, seguenti al 1941, anno di stampa del volume in questione (lo so! il foglietto poteva anche essere precedente): 1949, 1955, 1960, 1966, ecc. e dal tipo di carta, ingiallimento e stile di stampa, ho ritenuto fosse un pezzo di calendario del ’60 o ’66. Ed è stato in questo momento che ho fatto una riflessione.
I quattro anni predetti condividono tutti una caratteristica: hanno esattamente quel giorno della settimana (lunedì) che coincide con quello (il 10) del mese (ottobre). Allora mi son detto: se prendiamo, ad esempio, due date della GX – 3 gennaio 1961 (martedì) e 2 ottobre 1980 (giovedì) – le persone nate in quei giorni, il compleanno non lo devono celebrare ogni 365/366 dì, ma solo nel momento in cui il giorno della settimana collimi perfettamente con quello del mese, per i motivi anzidetti. Per cui, ad oggi, la persona nata nel 1961, il compleanno l’ha “realmente” celebrato nel 1967, 1978, 1984, 1989, 1995, 2006 e 2012 (ha 7 “anni”, non 53); mentre l’altra, nata nel 1980, ha 5 “anni” (1986, 1997, 2003, 2008 e 2014) e non 34.
Siccome elaborare tali eventi è davvero snervante, ho cercato dappertutto un algoritmo che soddisfacesse tali condizioni. Niente di niente. Anzi la relativa pagina di Wikipedia in esperanto2 non solo non è di immediata lettura – come potrebbe essere un foglio “da tavolo” che dica tutto e sùbito (quello che cercavo) – ma è pure dispersiva, poiché parte dal presupposto di sfogliare tutti e 366 giorni dell’anno, di conseguenza avere un computer, una connessione, collegarsi, scegliere e trovare l’anno. Troppi passaggi.
Dopo alcuni giorni ho trovato un geniale studio del Dr. Eugenio Songia3, che ha creato una tabella d’immediata consultazione. In maniera sintetica, ho rielaborato, sintetizzato e integrato la tabella del valente studioso, affinché ogni lettore almeno conosca il prossimo “compleanno”. Non c’interessano affatto le date precedenti al 1899, poiché il cittadino italiano più anziano risulta essere la Signora Emma Morano di Pallanza (Vb), nata il 29 novembre aprile dell’anzidetto anno, toccando tre secoli. In conclusione, siamo molto più giovani di quel che credevamo.
Come calcolare la “vera” età dal 1899 ad oggi
Dopo aver trovato il vostro anno nel settore di data-nascita e relativo gruppo – contate i successivi e conoscerete la vostra “reale” età.
leggero e simpatico