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Yuggoth, un pianeta sconosciuto ai confini del Sistema solare

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Torniamo ad occuparci della possibile esistenza di un pianeta al di là di Nettuno, lo stesso che Percival Lowell (1855-1916), fondatore e direttore dell’Osservatorio astronomico di Flagstaff in Arizona, stava cercando esattamente fino a un secolo fa. L’astronomo notò delle discrepanze nei moti di Urano e Nettuno che lo portarono ad ipotizzare la presenza di un pianeta ancora sconosciuto nel Sistema solare. Lowell dedicò gli ultimi otto anni della propria vita alla ricerca del misterioso Pianeta X, indicandone anche la probabile orbita e gli aspetti principali – le dimensioni dovevano essere tali da influenzare con la propria forza di gravità enormi corpi celesti, dato che la massa nettuniana è 17 volte superiore a quella terrestre – senza mai giungere a una conferma concreta. Trascorsero alcuni anni dalla sua scomparsa, finché, il 18 febbraio 1930, la scoperta effettuata dal giovane Clyde William Tombaugh – nel medesimo osservatorio fondato da Lowell – sembrò convalidare le teorie formulate dal defunto astronomo: il nuovo corpo celeste fu battezzato “Plutone”, come l’antica divinità romana dell’Oltretomba. Da 86 anni a questa parte si sono susseguite scoperte e nuove valutazioni che stanno contribuendo a infittire il mistero, oltre alle recenti teorie scientifiche dei ricercatori del Caltech, di cui abbiamo precedentemente parlato. Soprattutto, sembra ormai accertato che Plutone – declassato nel 2006 a pianeta nano dall’Unione astronomica internazionale – non è in grado di esercitare una forza di gravità che spieghi le anomalie orbitali di Nettuno e Urano studiate da Lowell agli inizi del Novecento, essendo inferiore come massa e diametro alla Luna della Terra. Ciò significa che non è stata ancora trovata una spiegazione, anzi ulteriori anomalie sono state riscontrate da Michael Brown e Konstantin Batygin, dell’Istituto Californiano di Tecnologia, rispetto alle orbite di altri corpi celesti minori successivamente scoperti nella fascia di Kuiper. Al di là di Nettuno, nel tempo si sono individuate molte presenze:

  • il 22 giugno 1978, James Christy e Robert Harrington dall’Osservatorio navale statunitense individuano Caronte, satellite di Plutone che è grande circa la metà di quest’ultimo, tanto da far pensare a un sistema di “pianeti binari”;
  • il 30 agosto 1992, oltre l’orbita di Nettuno David Jewitt dell’Università delle Hawaii e Jane Luu dell’Università della California (Berkeley) scoprono l’asteroide 1992 QB1. Da quel momento in poi, nella fascia di Kuiper sono stati rilevati circa un centinaio di oggetti simili;
  • nel 2005 avviene la scoperta di due nuove lune di Plutone: vengono chiamate Notte e Idra dai ricercatori dell’Università di Baltimora ed hanno la peculiarità di non ruotare sempre con lo stesso lato rivolto verso Plutone. Entrambi i satelliti ruotano caoticamente anche su se stessi – al contrario della Luna terrestre. Il 29 luglio, l’astronomo Mike Brown annuncia la presenza di Eris, un pianeta nano leggermente inferiore a Plutone e dotato del satellite Disnomia;
  • Stige e Cerbero, per restare in tema con l’oscuro regno ellenico dell’Ade, sono ulteriori lune plutoniane individuate tra il 2011-2012 attraverso le osservazioni del telescopio spaziale Hubble.
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Attualmente si stima che nella fascia di Kuiper siano presenti decine di migliaia di oggetti, dei quali Plutone – dove la sonda New Horizons della Nasa ha trasportato le ceneri dello scopritore, Tombaugh – potrebbe essere il più grande e luminoso. Nonostante ciò, alcuni scienziati stanno sperimentando simulazioni sull’influenza di un ipotetico corpo celeste di dimensioni gigantesche1 ai confini del Sistema solare, completamente avvolto nell’oscurità: la ricerca astronomica prosegue. Una singolare coincidenza è che Howard Phillips Lovecraft fu tra i primi a teorizzare l’esistenza di pianeti trans-nettuniani, come scrisse in una lettera2 pubblicata il 25 agosto 1906 sulla prestigiosa rivista Scientific American. Se dovesse essere scoperto, il nuovo pianeta potrebbe chiamarsi Yuggoth, in onore dello scrittore di Providence. Riportiamo di seguito alcuni passi del racconto3 Colui che sussurrava nelle tenebre (The Whisperer in Darkness), scritto dal 24 febbraio al 26 settembre 1930, in concomitanza con la scoperta di Plutone:

“La loro residenza più vicina alla Terra è un pianeta non ancora scoperto del nostro Sistema solare, situato oltre Nettuno. (Secondo le mie conclusioni, è quello che in certi scritti d’altri tempi porta il nome mistico di Yuggoth). Esso sarà scoperto dai nostri, quando Quelli-di-Fuori lo desidereranno. Ma Yuggoth non è che un avamposto. La maggior parte di quegli esseri abita in abissi spazio-temporali del tutto inconcepibili per l’umanità.

(…) Ci sono grandissime città, su Yuggoth, immense torri a gradoni costruite in una varietà di pietra nera simile a quella che ho cercato di mandarle. La luce del sole vi arriva appena, ma Quelli-di-Fuori non hanno bisogno di luce. Possiedono sensi più acuti e i loro templi e le loro case sono sprovvisti di finestre. La luce li infastidisce: perché nel nero cosmo al di là dello spazio e del tempo da cui in origine sono arrivati essa non esiste. Il viaggio a Yuggoth farebbe impazzire un uomo debole… eppure io ci andrò.

I fiumi di pece nera che scorrono sotto ponti giganteschi costruiti da una razza estinta e dimenticata molto tempo prima che dai confini del nulla questi esseri raggiungessero Yuggoth, sono uno spettacolo che chiunque li vedesse e riuscisse a conservare la ragione per poter raccontare l’esperienza diventerebbe un novello Dante o Poe.

Si ricordi: quel mondo tenebroso di giardini fungosi e città prive di finestre non è un posto orribile. Soltanto a noi sembra tale. Forse parve tale anche agli esseri che per primi esplorarono il pianeta, in età arcaica. Quelli-di-Fuori arrivarono sulla Terra prima che finisse l’epoca del grande Cthulhu e si ricordano della mostruosa città di R’lyeh, che allora non era sommersa.

(…) Talvolta pavento quanto ci porteranno gli anni futuri, soprattutto da quando è stato scoperto il nuovo pianeta, Plutone”.

Note:
1 Konstantin Batygin, Michael E. Brown, Evidence for a distant giant planet in the Solar System, The Astronomical Journal, 2016 January 20, Vol. 151 N.2.
2 “In these days of large telescopes and modern astronomical methods, it seems strange that no vigorous efforts are being made to discover planets beyond the orbit of Neptune, which is now considered the outermost limit of the solar system. It has been noticed that seven comets have their aphelia at a point that would correspond to the orbit of a planet revolving around the sun at a distance of about 100 astronomical units (9,300,000,000 miles). Now several have suggested that such a planet exists, and has captured the comets by attraction. This is probable, as Jupiter and others also mark the aphelia of many celestial wanderers. The writer has noticed that a great many comets cluster around a point 50 units out, where a large body might revolve. If the great mathematicians of the day should try to compute orbits from these aphelia, it is doubtful if they could succeed; but if all the observatories that possess celestial cameras should band together and minutely photograph the ecliptic, as is done in asteroid hunting, the bodies might be revealed on their plates. Even if no discoveries were made, the accurate star photographs would almost be worth the time and trouble”.
H.P. Lovecraft, Trans-Neptunian Planets, The Scientific American, August 25, 1906.
3 Howard Phillip Lovecraft, Tutti i racconti, 1927-1930, Oscar Mondadori 2013, p. 243.
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Flora Liliana Menicocci

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